Demolizioni controllate? 


                                                Pietro Nunziante e Alexander Valentino



Il progetto assume il disegno avanguardista di Franz di Salvo come progetto incompiuto e propone a fronte dell’abbattimento delle vele un intervento di riconversione articolato mediante due dispositivi.

Il primo relativo al ridisegno degli spazi aperti del settore urbano di Scampìa, un quartiere fortemente carente di servizi e funzioni produttive con oltre 40.000 abitanti, ed il secondo, che muove a partire da una ipotesi di azioni di integrazione multiculturale, si propone  di costruire un percorso con le comunità presenti nell’area, che possa funzionare anche come sede per alcune attività del forum delle culture del 2013.

Nonostante siano stati investiti sessantaquattro milioni di euro tra il 1997 e il 2004 per il recupero e la riqualificazione del comparto di Scampìa , negli ultimi dieci anni non sembrano essersi realizzati gli effetti indotti dal piano di riqualificazione, dal 2005 l’intero quartiere è la scena fissa di una guerra con oltre 200 morti ammazzati.

Si propone un utilizzo attivo e produttivo delle risorse destinate alla demolizione controllata, attraverso un processo di riappropiazione degli edifici, rifunzionalizzandoli ad attività formative, produttive e di servizio per il quartiere e l’intera città, alle ipotesi macro molari dei programmi di riqualificazione urbana e dei grandi eventi opponiamo una proposta di azioni molecolari. Luoghi per lo studio, centri di documentazione, studi per la produzione di arte e laboratori di arte applicata sostituiscono le residenze. Gli edifici delle vele vengono svuotati opportunamente creando un sistema di piazze – spazi collettivi a diverse altezze che ridefiniscono il sistema di connessioni interne ai corpi di fabbrica, ai campi delle unità residenziali si sostituiscono spazi a doppie e multiple altezze. I volumi svuotati ricadono a colmare l’orror vacui tra i corpi di fabbrica delle vele per essere destinati a servizi pubblici. Un parco privo di accessibilità carrabile occupa gli spazi tra gli oggetti architettonici.

Alle esplosioni alla scala urbana opponiamo, a parità di risorse, interventi molecolari alla scala delle comunità, microesplosioni in grado di attivare processi di appropiazione civile dello spazio da parte di soggetti culturalmente attivi e produttivi, l’insediamento di cluster creativi come operazione di ingegneria sociale rivolta al superamento intelligente e graduale del degrado attuale.